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Il Palazzo della Borsa di Firenze si trova sul Lungarno Diaz ed è uno splendido edificio che sorge a metà 800, quando le antiche corporazioni furono sciolte da Pietro Leopoldo e questa zona venne scelta per costruire un palazzo in grado di ospitare la Camera, la Borsa di Commercio e la Banca Nazionale Toscana (oggi ospita la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Firenze).

Il palazzo  fu eretto tra il 1858 e il 1860 seguendo un progetto dell’architetto Michelangelo Maiorfi, rielaborato con diverse modifiche da Emilio De Fabris. Quando Firenze fu eletta Capitale d’Italia (1865-1871) fu  lasciata al complesso la funzione di Camera di Commercio: nel corso del tempo l’edificio ha subito varie modifiche, soprattutto per quanto riguarda gli interni fino ad arrivare agli ultimi lavori di ristrutturazione terminati nel 2013, sotto le cure del Provveditorato alle Opere Pubbliche e la direzione dei lavori dell’ingegnere Bruno Giannone.

Come potete immaginare, quello che ci colpisce dell’interno è l’uso del travertino di Rapolano nella sala Borsa Valori.

I colori dei materiali utilizzati sono:

PDR 120, Bianco Carrara, per il pavimento

PDR 011, Becagli Scuro, per la fascia perimetrale del pavimento

PDR 047, Zebra Terra Chiara, per i rivestimenti chiari

PDR 058, Elm Stone, per i rivestimenti delle colonne

Rispecchia in pieno i fondamenti dell’architettura moderna che richiede pulizia e semplicità, perseguendo l’ideale che la forma segue la funzione. Ci trasmette un senso perfetto di semplicità, una visione chiara degli elementi strutturali e non si perde in dettagli di design non necessari. La pietra di Rapolano non ha bisogno di artefizi, o disegni ornamentali per risultare al suo meglio e dare  solennità ad un luogo.

Che tipo di sensazione vuoi che le persone abbiano quando entrano in un edificio? Forse vuoi che si sentano invitati, a loro agio?

La pietra aiuta gli edifici pubblici e non a raggiungere questa sensazione, e la Borsa Valori di Firenze ne è un’altra conferma.